La morte improvvisa durante attività sportiva

L’esercizio fisico è raccomandato in tutte le età della vita adulta, come elemento molto importante per il nostro benessere e per il mantenimento di un buono stato di salute. L’esercizio modifica infatti in modo positivo il metabolismo e contrasta gli effetti negativi dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari come l’ipertensione, il diabete e l’ipercolesterolemia. Se l’attività sportiva non agonistica fa sicuramente bene a tutti, l’attività agonistica, specialmente se impone sforzi estremi, non è universalmente riconosciuta come benefica e può creare problemi a chi la pratica.

Non è purtroppo infrequente aver notizia di morti improvvise durante la pratica di uno sport, non solo di atleti professionisti ma anche di persone comuni durante attività dilettantistiche, come una partita di tennis o di calcio con gli amici. La morte sopravviene improvvisamente a volte anche in persone molto giovani ed apparentemente del tutto sane. La stampa parla di solito in questi casi semplicisticamente di “probabile infarto”. In realtà le cause di morte improvvisa in queste circostanze sono molte ed è sempre necessario l’esame autoptico per avere una diagnosi certa.

La morte improvvisa può avvenire in qualche caso anche per cause non cardiache, ad esempio vascolari come l’emorragia cerebrale o la rottura di un aneurisma dell’aorta. Limitandoci a considerare le sole cause cardiologiche la malattia arteriosclerotica delle coronarie, un infarto al suo esordio, è la causa più frequente di morte improvvisa nelle persone ultra-quarantenni e va subito sospettata negli uomini con fattori di rischio cardiovascolare: fumo, diabete, ipertensione, ipercolesterolemia. Nei più giovani la causa di morte è spesso una malattia del muscolo cardiaco, una miocardiopatia. La forma “ipertrofica” e quella del ventricolo destro possono essere state fino a quel momento del tutto asintomatiche. Una malattia congenita delle coronarie è una causa molto più rara. Dobbiamo inoltre sempre considerare l’uso di sostanze tossiche o stupefacenti, come ad esempio la cocaina. Sebbene in rarissimi casi non si riesca a trovare la causa di morte, una patologia potenzialmente fatale può essere diagnosticata in vita, spesso facilmente. Un banale elettrocardiogramma può essere utile come iniziale strumento diagnostico, l’ecocardiogramma consente di diagnosticare in modo affidabile moltissime malattie potenzialmente pericolose. In presenza di fattori di rischio, nei meno giovani che fanno molto sport, il test da sforzo può essere diagnostico, in questo contesto è però fondamentale la prevenzione. Di volta in volta dovrà essere valutato per ogni sportivo il rischio e l’idoneità all’attività sportiva. Quando l’evento drammatico si realizza con arresto cardiaco (assenza di polso radiale e carotideo) la capacità dei presenti di praticare immediatamente e correttamente il massaggio cardiaco può mantenere in vita la persona per un lungo periodo. La pronta disponibilità di un defibrillatore automatico è fondamentale se alla base dell’evento, come spessissimo accade, c’è un’aritmia cardiaca potenzialmente fatale. E’ necessario quindi che in ogni impianto sportivo sia disponibile e funzionante questo prezioso strumento. Anche per affrontare il problema della morte improvvisa è quindi essenziale la conoscenza delle problematiche che ne sono alla base ed una buona organizzazione che garantisca un tempestivo ed efficace soccorso.

(a cura del Cardiologo della cittadella Socio Sanitaria di Cavarzere, il Dottor Giovanni Maria Boffa)

 

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