La presbiacusia è l’ipoacusia, ovvero il calo d’udito, dovuta ad una riduzione della funzione uditiva che accompagna il processo d’invecchiamento fisiologico dell’orecchio.
I processi involutivi dovuti all’avanzare dell’età sono inevitabili, tuttavia ogni soggetto “invecchia” in maniera differente, sia per particolari caratteristiche genetiche, sia per il sovrapporsi di fattori esterni quali affaticamento/traumi lavorativi, stress ambientali, abitudini voluttuarie come abuso di alcool e fumo, patologie associate (diabete mellito, malattie cardiovascolari, insufficienza renale, ecc.), uso di farmaci ototossici.
Per questo concorrere di cause multifattoriali, la presbiacusia viene oggi denominata “socioacusia”. A conferma, il fatto che la perdita uditiva che, statisticamente, si riferisce al 14 % degli ultra sessantacinquenni e si innalza al 22 % per gli over ottantenni in Italia, non riguarda soltanto il soggetto interessato, ma anche le persone che lo circondano, provocando disagi di comunicazione con i familiari, amici, parenti.
Questi ultimi spesso inducono il soggetto, presbiacusico, talvolta restio, ad effettuare controlli.
La presbiacusia è caratterizzata da una ipoacusia percettiva bilaterale e simmetrica che inizialmente interessa prevalentemente le frequenze acute; successivamente, andrà ad interessare anche le frequenze tipiche del parlato, con una conseguente diminuzione della capacità di riconoscimento del messaggio verbale. Possono essere associati acufeni ( rumori percepiti nell’orecchio) e fenomeni di distorsione dell’intensità del suono.
L’iter diagnostico della presbiacusia prevede l’anamnesi ORL iniziale, un esame obiettivo otoscopico, un’ esame audiometrico tonale liminare, un’audiometria vocale in cuffia, una impedenzometria con studio del riflesso stapediale.
(a cura degli specialisti di Cittadella Socio Sanitaria di Cavarzere, Dr. Bondesan Giogio medico ORL e Dott.ssa Serena Nardo tecnico audiometrista)