Le apnee notturne causano una sindrome il cui acronimo inglese è OSAS, ovvero “Obstructive Sleep Apnea Syndrome”. L’apnea è l’interruzione del respiro: normalmente tutte le persone presentano di notte qualche apnea, ma sono poche e di breve durata. La patologia compare quando le apnee sono numerose, almeno più di 5 potendo arrivare anche a 30-40 all’ora, e durano oltre i 10 secondi (possono arrivare anche a mezzo minuto e più). Solitamente è il partner, che ci dorme accanto, che si accorge delle apnee, e che ci scuote per farle smettere. Quasi sempre una persona che ha le apnee russa, ansima e sbuffa. Il sintomo più tipico è la sonnolenza diurna non spiegabile: la persona con le apnee apparentemente dorme tutta la notte e non rimane sveglia per altri motivi (ad esempio perché il bambino piange, perché ha dovuto andare in bagno tre volte o perché è stata disturbata dal mal di pancia). Lo smettere di respirare è dovuto alla chiusura della gola che può avvenire per varie cause: palato molle troppo molle, ipertrofia tonsillare, lingua molto grossa, forme particolari della mandibola. Ma la caratteristica principale rimane l’obesità: in questi casi è il grasso del collo che, quando ci sdraiamo per dormire, va a spingere sulle strutture della bocca-gola ostruendole. Rappresenta il fattore di rischio maggiore assieme al sesso maschile. La diagnosi va fatta con un esame, la polisonnografia, attualmente effettuabile anche a domicilio mentre un tempo ci si doveva recare in ospedale per una notte. Se la causa è meccanica si può intervenire chirurgicamente, ma nella stragrande maggioranza dei casi il problema si risolve con un apparecchio che non è altro che un ventilatore che mantiene pervie le vie aeree. Non va dimenticata la cosa più importante ovvero agire sullo stile di vita migliorandolo: la riduzione del sovrappeso, infatti, spesso elimina, o almeno riduce, le apnee.
(a cura dello Pneumologo della Cittadella Socio Sanitaria di Cavarzere, il Dottor Guglielmo Bussoli)