Il diabete è una malattia cronica che, una volta diagnosticata, si cura ma non si guarisce. E’ una malattia sistemica, cioè può colpire tutti gli organi del nostro corpo, pertanto è importante soprattutto prevenirla. Esistono due ‘farmaci’ privi di effetti collaterali negativi che si chiamano esercizio fisico e alimentazione sana e moderata, e si mostrano efficaci nel rimandare o rendere improbabile l’appuntamento con il diabete. Parlare di ‘farmaco’ non è un modo di dire. Il ruolo dell’esercizio fisico, di una modesta riduzione nelle calorie e della scelta di cibi più sani è stato valutato da studi scientifici identici a quelli che si usano per testare la validità e l’efficacia dei farmaci. Da tempo si era notato che le persone che fanno esercizio fisico e che riescono a mantenere il peso nella norma corrono un rischio molto minore di sviluppare il diabete. Due importanti studi, Il Diabetes Prevention Program e il Finnish Diabetes Prevention Study, hanno mostrato che una restrizione calorica anche modesta e soprattutto l’abbandono della sedentarietà permettono di ridurre del 58-60% il rischio di sviluppare il diabete in persone per così dire ‘predestinate’ a svilupparlo. Pochi farmaci possono vantare questo livello di successo. Questi due studi hanno reclutato ampi gruppi di persone di età compresa fra i 30 e i 60 anni con un alto rischio di sviluppare il diabete, vale a dire persone che avevano qualche difficoltà a mantenere la glicemia a norma nelle ore (o nei minuti) seguenti all’assunzione di carboidrati. Qualcuno di loro aveva anche diversi parenti con diabete, praticamente tutti erano sovrappeso o obesi. Come in tutti gli studi, per poter misurare i risultati in tempi ragionevoli, si sono scelte persone con una probabilità molto elevata di diventare diabetiche. A un gruppo di persone scelte a caso è stato genericamente consigliato di dimagrire e di fare più esercizio fisico, a un altro gruppo invece la restrizione calorica e l’esercizio fisico sono stati prescritti in modo preciso, con interventi di educazione, programmi di allenamento e fitness, e con un certo grado di controllo sulla loro esecuzione. Il risultato, come detto, è andato oltre ogni aspettativa. Nella stragrande maggioranza dei casi le persone con ridotta tolleranza ai carboidrati vanno incontro a un vero diabete in mancanza di interventi. Nel gruppo che si è impegnato a moderare il cibo e fare esercizio fisico questi casi sono stati la minoranza; nel gruppo che invece ha ricevuto un generico consiglio i risultati sono stati, come potete immaginare, molto blandi. È interessante notare che nessun farmaco è risultato efficace come l’esercizio fisico e la alimentazione corretta nel garantire la prevenzione del diabete. Il loro segreto? La costanza. L’esercizio fisico da loro effettuato era costante (diverse ore alla settimana) ma non strenuo e spesso si limitava alla classica camminata. Quanto alla ‘dieta’, la raccomandazione da fare a chi vuole prevenire il diabete è molto semplice: mangiare meno calorie in modo da perdere peso, mangiare meno grassi saturi (i grassi di origine animale, burro, lardo, formaggi), mangiare più fibre e meno cibi che facciano salire rapidamente la glicemia dopo i pasti (che non sempre sono gli zuccheri semplici). Questo significa che le persone che hanno seguito seriamente le raccomandazioni dei medici hanno anche ridotto in modo importante il loro rischio cardiovascolare. Gli studi scientifici hanno ottenuto risultati laddove sono stati organizzati interventi di educazione all’alimentazione e all’esercizio molto ben strutturati, con personale dedicato e assistenza continuativa ai pazienti. In attesa che il sistema sociale e sanitario trattino l’educazione alimentare e sportiva come un intervento sulla salute a tutti gli effetti, tocca a tutti noi trovare la motivazione necessaria.
(a cura della Diabetologa della Cittadella Socio Sanitaria di Cavarzere, la Dottoressa Gemma Frigato)